Volver a Info Flavio Arenzi La citta, i suoi abitanti. non sempre avvertono Ie prerogative dell’acqua. Decinti (Santiago del Cile, 1973) la rappresenta senza che vi sia partecipazione vivente alcuna, e finanche i muri o Ie costruzioni urbane non se ne diano pena. Essa scorre per Ie strade, ma talmente muta da non destare sospetto; intanto guarda ciò che la circonda, ne avverte il peso, dona leggerezza ala strutture poderose che vi si specchiano dentro. Si insinua tra Ie pieghe arrugginite dei tombini, ne riempie gIi stampati, scivola lungo i bordi ed imbeve il filtro dei mozziconi 0 Ie carte cascate o gettate dai Iegittimi proprietari. Non che cambi o se ne vada, né si nasconde, bensì rimane alla vista di passanti futuri (di chi volesse mai scorgerla) come il giudice di fronte all’imputato: visitatrice senza remore, né malinconie, delle sfortune umane. Riempie persino un lavabo e fa a gara col blul di un secchio e di una parete appena verniciata, di lei ben più blu. Perché l’acqua è trasparente, se non sporcata. Trasparente Come l’inesistenza. E non esistere elimina qualsivoglia problema.